Scienza
Il climatizzatore auto salvambiente del Cnr
Messo a punto dallItae-Cnr di Messina un nuovo sistema per veicoli industriali. E alimentato dal calore contenuto nel circuito di raffreddamento dellautoveicolo e usa come refrigerante vapore dacqua invece di freon
Il consumo energetico dei climatizzatori degli autoveicoli è ben noto ai loro conducenti. Non altrettanto il loro impatto ambientale, che equivale ad emissioni di CO2 fino a 10 milioni di tonnellate lanno.
Ecco dunque limportanza del nuovo climatizzatore ad adsorbimento sviluppato dallIstituto di Tecnologie Avanzate per l’Energia (Itae) del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr), alimentato dal calore contenuto nel circuito di raffreddamento dellautoveicolo e che usa come refrigerante vapore dacqua invece di freon.
Una novità che verrà presentata nel corso del workshop scientifico sulla mobilità sostenibile di cui lo stesso Itae-Cnr è promotore, che si terrà a Roma nellambito di H2Roma energy&mobility show nel mese di novembre.
Un sistema sicuro, silenzioso, che utilizza componenti e refrigeranti non pericolosi o inquinanti, sottolinea Gaetano Cacciola, direttore dellItae-Cnr, che si può usare anche a motore spento, attraverso limpiego di un bruciatore come sorgente di calore ausiliaria. Un aspetto non trascurabile, in particolare per gli autotrasportatori, ai quali è in primis dedicato, che riposano in cabina durante la sosta.
Il tradizionale climatizzatore ha un alto impatto ambientale, dovuto allaumento del carburante necessario per il funzionamento e alla dispersione nellatmosfera di gas freon, che contribuiscono alla crescita delleffetto serra.
Il nuovo climatizzatore studiato per veicoli industriali prosegue il direttore dellItae-Cnr, è invece alimentato dal calore contenuto nel circuito di raffreddamento dellautoveicolo e usa come refrigerante vapore dacqua. Più in particolare, il sistema basa il suo funzionamento sullassorbimento di vapore dacqua su solidi porosi quali zeoliti sintetiche o gel di silice. Questo processo è reversibile ed è attivato dalla fornitura di energia termica alla temperatura di circa 90°C. Inoltre, poiché il calore di scarto per alimentare il sistema è gratuito, non è richiesta potenza supplementare allalbero motore dellautoveicolo e quindi non viene aumentato il consumo di carburante.
Un significativo passo in avanti verso lecocompatibilità dei veicoli, visto che la climatizzazione è sempre più un accessorio di serie, in linea con la direttiva 2006/40/EC emanata dal Parlamento europeo, che a partire dal 2011 vieta la costruzione di climatizzatori con Global Warming Potential (Gwp) maggiore di 150.
Un tradizionale sistema montato su un autoveicolo, infatti, è caratterizzato da una perdita di freon pari a 13-40 grammi allanno: considerando che in Europa circolano circa 210 milioni di autoveicoli, ogni anno è possibile stimare a livello europeo emissioni di 750-2.500 tonnellate di freon verso latmosfera. Inoltre, il maggiore consumo di combustibile di circa il 2-4% dovuto alluso dei climatizzatori auto comporta emissioni di anidride carbonica pari a 5-10 milioni di tonnellate.
Il prototipo realizzato da CnrItae con la collaborazione di Iveco, Valeo e Mitsubishi Chemical nellambito del progetto Thermally OPerated Mobile Air Conditioning Systems (Topmacs), finanziato dal VI programma quadro della Comunità Europea, verrà illustrato durante lH2Roma energy&mobility show. Nel breve periodo listituto del Cnr ed Iveco hanno già stabilito di trasferire e provare su un mezzo Stralis il prototipo, attualmente istallato in una reale cabina appositamente attrezzata per il test del climatizzatore nei laboratori HVAC & cooling della Iveco (Responsabili Domenico Bellero e Maurizio DAmato).
Il climatizzatore sarà quindi sottoposto ad un protocollo di prove on field che dimostreranno leffettiva fattibilità di questa tecnologia entro febbraio 2009.
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